Monthly Archives:ottobre 2021

LA SCELTA DI ANNE – L’ÉVÉNEMENT di Audrey Diwan

 

LEONE D’ORO AL MIGLIOR FILM – FESTIVAL DI VENEZIA 2021


TRAMA

Adattamento cinematografico del romanzo autobiografico L’evento (2000) di Annie Ernaux che racconta la storia vera della giovane Annie, che a ventitré anni scopre di aspettare un bambino non voluto nato da una fugace relazione. Siamo nel 1963 e l’aborto in Francia è illegale, come in gran parte d’Europa. La ragazza viene da una famiglia modesta e sa che l’università è l’unica sua possibilità di avere una vita diversa da quella della madre, moglie di un oste di provincia. Si tratta di una storia semplice, e sembrerebbe lontana nel tempo, ma la regia di Diwan la colloca in un contesto storico poco riconoscibile. Prima della legalizzazione dell’aborto e l’arrivo della pillola contraccettiva, l’interruzione della gravidanza per una donna era un campo di battaglia, il teatro di un vero dramma. L’evento del titolo accade quindici anni prima la Loi Veil, che segna un pre e un dopo. Nella Francia degli anni Sessanta, medici e pazienti rischiavano la prigione in caso di aborto. Prima che una legge consentisse a una donna il diritto all’interruzione volontaria, le donne non avevano scelta e non potevano scegliere di non avere un figlio. Rischiavano la propria salute abortendo clandestinamente e giocandosi a dadi il destino. Emancipato con cognizione dalle questioni di coscienza, L’événement è soprattutto un’esperienza fisica, un viaggio corporale freddo e preciso e lo spettatore sente da vicino tutte le emozioni di Anne. Come per la protagonista il mondo fuori non esiste. Non c’è fuori campo per chi è in sala e non c’è nessuno per lei, nessuno pronto ad aiutarla, a sostenerla, a consigliarla, a dirle anche solo che andrà tutto bene. Non ci sono personaggi empatici nel film, secco come uno schiaffo Come in ogni libro di Annie Ernaux, il peccato è originale e la vergogna finisce per travolgere. Tutto il mondo si beffa delle sue protagoniste, che assieme alla vita, rischia progetti e avvenire letterario.


SCHEDA DEL FILM

Titolo originale:     Happening

Nazione: Francia

Genere:   Drammatico     

Durata:         100′

Anno:       2021     

Regia:            Audrey Diwan

Cast: Anamaria Vartolomei, Kacey Mottet Klein, Luàna Bajrami, Louise Orry-Diquéro, Louise Chevillotte.

Produzione: Rectangle Productions, France 3 Cinéma, Wild Bunch, Srab Films.

Distribuzione:   Europictures          

Data di uscita: 3 novembre 2021

 

*IL CINEMA RITROVATO* MULHOLLAND DRIVE di David Lynch

— Lunedì 15 novembre 18.00 – 21.00 / Martedì 16 novembre solo ore 21.00 — 

in collaborazione con la Cineteca di Bologna

Versione originale restaurata con sottotitoli in italiano


Miglior film del 21° secolo in un sondaggio della BBC. È entrato nella classifica di “Sight & Sound” dei migliori 100 film della storia del cinema (unico titolo degli anni Duemila insieme a In the Mood for Love). 

Mulholland Drive compie vent’anni e per l’occasione torna al cinema in una nuova edizione 4K, per farci immergere ancora (o per la prima volta) nell’irresistibile immaginario di un film letteralmente infinito, nel mistero di una dimensione enigmatica dove i ruoli si invertono, ogni ordine logico è fallace, la realtà vacilla. 

Mulholland Drive è un puzzle ammaliante e perturbante sullo sfondo di una Hollywood fabbrica di sogni e incubi. Premiato a Cannes e candidato agli Oscar per la miglior regia, David Lynch conduce Naomi Watts, Laura Harring e noi spettatori nell’oscurità della notte e dell’ambiguità, lungo il crinale tra reale e onirico, noir e mélo, dramma e commedia, in un labirinto ipnotico e avvolgente che ad ogni nuova visione svela interpretazioni, illuminazioni e dettagli inediti. Perché vedere o rivedere Mulholland Drive al cinema, nel buio della sala, è sempre una prima volta: un’esperienza unica, immersiva e totalizzante.

(Mulholland Drive USA/2001) di David Lynch (145′)
TRAMA

Hollywood. I due autisti di una Cadillac nera, che viaggia lungo Mulholland Drive, minacciano con una pistola la donna bruna che è sull’auto con loro. Improvvisamente la vettura viene travolta da un’altra auto e l’unica sopravvissuta al terribile incidente è la donna che, però, perde la memoria. Questa, assumendo il nome di Rita, si rifugia impaurita nell’appartamento della bionda Betty, una giovane attrice dall’aria ingenua appena arrivata a Los Angeles. Betty comincia ad aiutare Rita a svelare il mistero sulla propria identità. Nel frattempo: un uomo è spaventato a morte dai propri incubi; un regista, Adam Kesher, viene costretto da due uomini e da uno strano cowboy ad affidare il ruolo della protagonista del suo prossimo film ad una misteriosa attrice, Camilla; un killer maldestro semina vittime. Durante le loro ricerche, Rita e Betty scoprono il cadavere di Diane. Le due donne, dopo essere diventate amanti, vanno a vedere uno spettacolo teatrale, a seguito del quale entrano in possesso di una scatola blu. Aperta la scatola, i personaggi si scambiano di ruolo: Betty diviene Diane e Rita diviene Camilla. Diane è innamorata di Camilla la quale, però, preferisce il regista Adam. Diane allora paga un killer per uccidere la sua ex amante. Dalla scatola blu fuoriescono, miniaturizzati, i due vecchietti che avevano accolto con entusiasmo Betty all’aeroporto di Los Angeles. I due spaventano Diane, e la inducono al suicidio. Si torna al teatro, e lì un attore pronuncia la parola: “Silenzio”.

LE PAROLE DI LYNCH

“Mulholland Drive è iniziato come un episodio televisivo pilota dal finale aperto. Io amo le storie in divenire e nella soap opera c’è qualcosa di fantastico, perché potrebbe davvero andare avanti all’infinito. La Tv via cavo non aveva i soldi per qualcosa di questo genere. A un certo punto, la ABC television ha finanziato il progetto principalmente perché avevamo già fatto Twin Peaks con loro, avevo scritto una sceneggiatura di Mulholland Drive, e ne sembravano contenti. Durante la realizzazione niente andò storto, fu magnifico. Niente indicava che si sarebbe verificato un disastro quando due responsabili esecutivi della rete visionarono il pilota montato e finito. Mi giunse voce che a loro non era piaciuto il ritmo e che non erano interessati. Ma nessuno mi ha chiamato e detto nulla.” […] “Io abito vicinissimo alla Mulholland drive e la faccio molto in auto. È veramente una strada misteriosa, selvatica in diversi punti. Ha due corsie, è piena di curve, si sente che è una vecchia strada. Se ci guidi di notte è come volare in cima al mondo. Se ne percepisce l’antichità, anche se naturalmente è stata sistemata nel corso degli anni. Ma si percepisce la paura, percepisci la storia di Hollywood su quella strada.” (Autori delle interviste: Scott Macaulay di “Filmaker magazine” (anche produttore di GummoSalvare la facciaOff the black – Gioco forzato), Christian Divine, Jay Leno (NBC television), “Movieline”, “Urban Cinefile”). 

APPROFONDIMENTI

TRAILER

 

IL SUCCESSORE di Mattia Epifani

Evento speciale organizzato in collaborazione con

il Comitato per la Pace di Terra di Bari

— Lunedì 8 novembre 2021 – ore 20.00 —


Scheda del film e la biografia del regista  

Consigliamo la prenotazione del posto in sala tramite messaggio WhatsApp al 3714604503

o telefonando allo 0805569729 (dalle 17.00 alle 22.00). 

FUTURA di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher

EVENTO IN ESCLUSIVA NAZIONALE

MERCOLEDI’ 27 OTTOBRE – ore 17.00 e ore 19.00


TRAMA

Nessuna tesi di partenza, solo un microfono offerto alle nuove generazioni per esprimere le loro opinioni e la loro idea di futuro. Un futuro che, per coloro che sono nati dopo l’anno 2000, e cresciuti con l’idea che il mondo stia per finire, è quanto mai nebuloso. L’indagine si costruisce sul “futuro”, su cosa significhi questa parola, su quali aspettative, paure, riflessioni, scateni nella generazione presente tra i 15 e i 25 anni, che i tre autori hanno intervistato andando ad incontrare addentro i propri specifici spazi geografici, sociali, riflessi degli spazi dell’anima. Una quarantina di località e contesti, da Nord a Sud del Bel Paese, “se ancora così si può dire”, dalla scuola professionale di Cornaredo (Milano) alla periferia di Palermo, dal centro minori di Varazze (Savona) alla Scuola Normale Superiore di Pisa. “Il titolo, Futura, è nato insieme: raccontiamo un tempo dell’immaginario, che s’interroga sullo stato di un Paese. Ci piaceva coniugarlo al femminile e contemporaneamente Pietro stava lavorando al film su Dalla, spesso risuonava il brano omonimo, che un po’ ha influenzato. Non dovevano coprire l’interezza: abbiamo cercato coloro che sono arrivati fino a noi, senza i casi estremi, restando nell’area dell’epoca attraverso esperienze che non fossero singole, infatti abbiamo scelto gruppi, con un proprio nucleo, anche più facili da incontrare. Andare in profondità non lo volevamo fare, ma nemmeno la cronaca: la nostra guida è stata l’archivio, intervenendo sul materiale come una pasta che non fosse di uno solo di noi tre. Volevamo trattenere quest’epoca nel suo divenire, che fosse un affresco”, dice la Rohrwacher. Qui ci sono i ragazzi, di tutte le età, etnie e strati sociali e che parlano un po’ di tutto: la scuola, il lavoro, la politica. In certi momenti sembrano molto più concreti e attaccati alla realtà di tanti adulti. A volte c’è spazio anche per i sogni e per l’amore, ma non sembrano essere più le priorità della loro vita perché l’incertezza di quell’indipendenza e stabilità tanto agognate hanno la meglio. Futura è il ritratto di un’intera generazione che forse non crede più tanto nelle possibilità che l’Italia può dare loro, ma continua comunque ad andare avanti.


Clicca per conoscere la SCHEDA DEL FILM

FRANCE di Bruno Dumont

 


TRAMA 

Ispirato a Par ce demi-clair matin di Charles Péguy, il film ci parla di France de Meurs, una stella del giornalismo che brilla su un canale di informazione e nei reportage sul Medioriente. Priva di scrupoli e di qualsiasi valore deontologico, gestisce la sua famiglia come la sua équipe, con cinismo e je-m’en-foutisme e si pone su un ideale e costruito palcoscenico: “È incredibile come la gente ti ami, sei la più grande giornalista di Francia, France”. Conduttrice della trasmissione Un regard sur le monde, adorata dal grande pubblico, vive con il marito e il figlio in un appartamento molto grande e decorato in modo ostentato, vestita dai più grandi stilisti e spinta costantemente all’esaltazione dalla sua volgare e lusinghiera assistente Lou, France offre nella sua cronaca, una visione particolare dei conflitti (intervento militare occidentale nel Sahel, traversata del Mediterraneo da parte di migranti in fuga dalle guerre, sordità e impotenza del potere di fronte a un episodio di insurrezione in Francia) attraverso una messa in scena degli eventi soggettiva in cui la donna si ritaglia sempre la parte del leone. Si inventa anche qualche informazione, godendo della sua posizione, finché un giorno non investe e ferisce Baptiste, un giovane uomo di famiglia molto povera che le rimanda un’insopportabile immagine di sottomissione. Il velo si squarcia allora, illuminando senza pietà France sulle sue colpe e sul suo ambiente e liberandone le emozioni. Scendendo dalla montagna, con le sue discordanti tavole della legge, Bruno Dumont non fa alcuna concessione allo spettatore (“il peggio è il meglio”), denunciando una mistificazione generale di cui il giornalismo è solo un messaggero (auto) manipolato in un panorama che profuma di Apocalisse e mostrando, non solo in superficie, una lussuosa bruttezza. Il film è una sorta di finzione e di saggio allo stesso tempo e consegna un sottile messaggio metafisico sulla colpa e sul perdono nella narrazione mediatica dei giorni nostri.


SCHEDA FILM

Titolo originale: FRANCE

Nazione:  Francia, Italia, Germania

Genere:   Drammatico/Commedia – Durata: 133′   – Anno:  2021

Regia:  Bruno Dumont

Cast: Léa Seydoux, Juliane Köhler, Benjamin Biolay, Blanche Gardin, Emanuele Arioli, Marco Bettini, Jawad Zemmar, Gaëtan Amiel

Produzione: 3B Productions, Red Balloon Film, Tea Time Film & Ascent Film con Rai Cinema, Scope Pictures, in coproduzione con Arte France Cinéma Bayerischer Rundfunk, con il contributo di MIC

Distribuzione:   Academy Two – Data di uscita: 21 ottobre 2021

*IL CINEMA RITROVATO* EFFETTO NOTTE di François Truffaut

— Lunedì 25 ottobre 17.00 – 19.00 – 21.00 / Martedì 26 ottobre solo ore 21.00 — 

in collaborazione con la Cineteca di Bologna

Versione originale restaurata con sottotitoli in italiano


(La Nuit américaine, Francia/1973) di François Truffaut (115′)

TRAMA

A Nizza un regista gira la storia di una sposina che fugge col suocero, e il set vive la mobilitazione incrociata di crisi e sentimenti tra personaggi della finzione e della realtà. Celebratissimo (premio Oscar per il miglior film straniero), e il più sincero e interessante, tra i film sull’amour du cinéma: Truffaut rende omaggio a Welles, a Renoir, a Hitchcock, ma soprattutto dà splendida messinscena “alla domanda che mi tormenta da trent’anni: il cinema è più importante della vita? […] Non ci sono intoppi nei film, non ci sono rallentamenti, i film vanno avanti come treni nella notte”.

Perché un film sul cinema?

Perché l’avevo in testa da tempo. E ho l’impressione di aver aspettato tantissimo a farlo, nella misura in cui, per esempio, ho girato film dedicati ai libri in genere, come Fahrenheit, o a un libro particolare, come Le due inglesi. Il mestiere del regista è misterioso per tutti: lo avvertiamo dalle domande che ci rivolgono e alle quali facciamo fatica a rispondere. Durante la guerra chiesi a un adulto: “In quanto tempo si fa un film?” E lui mi rispose: “In tre mesi”. Ecco, così appresi che ciò che succede sullo schermo in due ore era girato in tre mesi. Ma all’interno di questi tre mesi tutto è mistero. A dir la verità, ogni volta che giravo un film pensavo a quanto sarebbe stato interessante fare un film sul cinema, per la semplice ragione che in fase di lavorazione accadono sempre cose sbalorditive, buffe, curiose, interessanti, ma di cui il pubblico non godrà, perché avvengono al di fuori della macchina da presa. […] C’è qualcosa di meraviglioso nella pratica quotidiana di questo lavoro. Merita un film, perché questo mestiere, che è prestigioso nel suo insieme, nei dettagli è costantemente sorprendente.
François Truffaut in François Truffaut. Tutte le interviste sul cinema, a cura di Anne Gillain, Gremese, Roma 2005

La rottura con Godard

Dopo il fiasco de “Le due inglesi” e la commediola nera “Mica scema la ragazza!”, “Effetto notte” viene apprezzato dalla critica e ha un ottimo successo di pubblico, tanto da aggiudicarsi l’Oscar come miglior film straniero. Per Truffaut è un successo. Tra i tanti applausi però il film sarà per il regista anche motivo di amarezza, per via della rottura con il collega e sodale Jean-Luc Godard. Il regista di “Fino all’ultimo respiro” infatti scriverà una lettera in cui accusa il vecchio amico di aver fatto un film bugiardo, borghese e contro i principi della “loro” nouvelle vague. Truffaut gli risponderà altrettanto duramente, chiudendo una volta per tutte i loro rapporti.

Leggi qui le due lettere

APPROFONDIMENTI

 

#IOSONOQUI di Eric Lartigau

 

TRAMA

Stéphane, uno chef di successo, conduce una vita tranquilla nei Paesi Baschi, circondato dall’affetto dei figli e dal supporto della ex-moglie. Eppure l’unica cosa che lo fa sentire vivo è Soo, una giovane donna coreana che ha conosciuto su Instagram. I due parlano di arte e di ciliegi in fiore e sembrano instaurare un solido rapporto, nonostante la lontananza. In uno slancio emotivo, Stéphane decide di partire per Seoul e incontrare Soo. Al suo arrivo però, lei non si presenta e Stéphane inizia a vagare per l’aeroporto e per la città, dove la ricerca di Soo lo porterà a riscoprire sè stesso. Riusciranno i due a incontrarsi? A cinque anni da La famiglia Bélier, Lartigau torna con un film che parla delle trappole e delle seduzioni nascoste nella dialettica reale/virtuale offerta ogni giorno dall’universo social. Delle distanze, fisiche, spirituali, geografiche, culturali e di come queste distanze riflettano l’incapacità degli esseri umani di trovare un linguaggio comune capace di superare i limiti della propria interiorità e solitudine. Il regista usa i social e le loro relative dinamiche per quello che possono offrire e ha il merito di non approcciarsi all’argomento con moralismi di sorta. Flirta con idee sulla vita e l’amore di una certa consistenza, senza proporre soluzioni sconvolgenti, ma, trovando il modo di catturare l’attenzione dello spettatore. “Ciò che m’interessava era che Stéphane fosse un personaggio che non aveva commesso nessun errore all’inizio. Non vuole e non farà la rivoluzione ma ciò che è in gioco in questo viaggio è una profonda trasformazione interiore… È qualcuno che cerca il contatto con gli altri e che ama fare del bene agli altri, in particolare attraverso il cibo. Sembra equilibrato, tutto sembra fluire naturalmente nella sua esistenza. Quello che gli manca è la consapevolezza di sé stesso. Era questo che m’interessava”.(Note di regia).


SCHEDA DEL FILM

Titolo originale:      #jesuislà
Nazione: Francia, Corea del sud
Genere:   Commedia     
Durata:  97′  –  Anno: 2020     
Regia:            Eric Lartigau
Cast: Alain Chabat, Doona Bae, Vincent Nemeth, Blanche Gardin, Ilian Bergala, Jules Sagot, Camille Rutherford, Delphine Gleize, Lazare Lartigau, Nathalie Lacroix, Lisa Maumy
Produzione: Belga Productions, France 2 Cinéma, Gaumont Production, Keystone Films,Rectangle Productions
Distribuzione:   Officine UBU          
Data di uscita: 14 ottobre 2021

A CHIARA di Jonas Carpignano

 

TRAMA

Vincitore dell’Europa Cinema Label alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2021. Chiara è la figlia di mezzo di una famiglia composta da cinque persone, ha una sorella maggiore che sta per festeggiare i suoi 18 anni e una sorellina capricciosa che le due più grandi, a turno, devono cercare di domare. Papà Claudio è innamorato delle sue donne di casa e cerca di riservare le dovute attenzioni a ciascuna di loro, nonostante varie situazioni  – inizialmente poco chiare sia per la protagonista che per lo spettatore – lo impensieriscano molto, rendendolo a tratti schivo e distratto. Quando Chiara, dopo una notte di confusione e tensioni in casa, si trova a leggere sul telefonino che suo papà – un trafficante di droga – è ufficialmente latitante, il mondo le crolla letteralmente addosso. La ragazza si troverà così ad abbandonare violentemente la sua visione fanciullesca e idealizzata dell’amato genitore, lottando per sapere tutta la verità e scontrandosi con una famiglia che farà di tutto per proteggerla dal conoscerla. Carpignano abbraccia un realismo quasi documentaristico insinuando la sua videocamera nelle dinamiche di una famiglia talmente unita da giustificare se stessa contro ogni possibile evidenza, mettendo in risalto come sia davvero difficile per i figli dei malavitosi emanciparsi dalle attività criminali in cui vivono immersi e intraprendere un’altra strada. Chiara è una ragazza caparbia e volitiva che si ritrova a crescere tutto in una volta mentre affronta con coraggio silenzi e ostruzionismi, lottando fino in fondo per non perdere i suoi affetti più cari. Ma il suo destino sembra inesorabilmente segnato e, per avere un’altra possibilità, Chiara dovrà fare i conti con un cambiamento radicale e irreversibile. Il film chiude la “Trilogia di Gioia Tauro”, iniziata nel 2015 con Mediterraneo e proseguita nel 2017 con A Ciambra, presentato sempre a Cannes e vincitore dei David di Donatello per la Miglior regia e il Miglior montaggio.


SCHEDA FILM

Titolo originale: A Chiara

Nazione:  Italia

Genere:   Drammatico

Durata: 121′   – Anno:  2021

Regia:  Jonas Carpignano

 

Cast:               Swamy Rotolo, Claudio Rotolo, Grecia Rotolo, Carmela Fumo, Giorgia Rotolo, Antonio Rotolo, Vincenzo Rotolo,                                           Koudous Seihon, Pio Amato, Antonina Fumo, Giusi D’uscio, Patrizia Amato, Concetta Grillo.

Produzione: Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma, Eurimages, CNC

Distribuzione:   Lucky RedData di uscita: 07 ottobre 2021

 

TITANE di Julia Ducournau

TRAMA

Premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2021. Il film ci parla di Alexia che ha una placca di titanio conficcata nel cranio a causa di un incidente passato. Ballerina in un ‘salone di automobili’, le sue performance erotiche la rendono preda facile degli uomini, che l’approcciano senza mezze misure. Ma Alexia uccide con un fermaglio chi si avvicina troppo e colleziona omicidi che la costringono a fuggire e ad assumere l’identità di un ragazzo, Adrien, il figlio scomparso dieci anni prima di un comandante dei pompieri. Lei è una macchina programmata per uccidere che cerca un rifugio, lui una divisa programmata per salvare vite che ha disperatamente bisogno di prenderla per qualcun’altro. Tutto li separa ma poi qualcosa improvvisamente li unisce per sempre. Titanio è il nome del metallo che serve per fare le protesi ma è anche la resistenza che la protagonista oppone al mondo. Perché Alexia non ama gli umani e li uccide meccanicamente come un Terminator. Bionda e implacabile, si avvicina e si struscia (fino all’orgasmo) soltanto contro le carrozzerie fredde delle vetture. Nei toni allucinati e laceranti della fotografia di Ruben Impens sta tutto il manifesto ideologico e stilistico di Titane. La regia di Julia Ducournau, questo è il suo secondo film, il primo era del 2016 e si intitola Raw – Una cruda verità, ha un incedere aggressivo e una voracità incredibile per tutto ciò che riguarda il corpo umano. Pulsioni, umori, segni, reazioni, una fisicità esibita e ostentata senza pudori. Il cinema della Ducourneau rifiuta l’armonia e le traiettorie convenzionali, immerge i suoi protagonisti in un bagno di violenza molto poco purificatrice, ma allo stesso tempo rivelatrice di certi aspetti dell’interiorità umana che altrimenti resterebbero nascosti. Titane è un film diverso: ha una creatività febbrile, gioca sul filo sottile tra realtà e allucinazione. Un esempio, un modo di fare cinema che non appartiene a quest’epoca di compromessi, di gradevolezza a tutti i costi e che verrà apprezzato da un pubblico molto coraggioso e attento alle novità della cinematografia post pandemica.

SCHEDA FILM

Titolo originale: Titane

Nazione: Francia, Belgio

Genere: Drammatico

Durata: 108′

Anno: 2021 – Regia: Julia Ducournau

Cast: Vincent Lindon, Agathe Rousselle, Garance Marillier, Lais Salameh, Dominique Frot, Myriem Akheddiou.

Produzione: Kazak Productions, Frakas Productions, Arte France Cinéma, BeTV, Canal+, Ciné+, VOO

Distribuzione: I Wonder Pictures – Data di uscita: 01 ottobre 2021

 

 

*IL CINEMA RITROVATO* FINO ALL’ULTIMO RESPIRO di Jean – Luc Godard

Parigi 1959, il centro del mondo. Godard dirige, Truffaut scrive. Belmondo/Poiccard, piccolo omicida, corre a perdifiato per sfuggire alla polizia e a cinquant’anni di cinema di papà; Jean Seberg vende l’“Herald Tribune” sugli Champs Elysées, s’innamora, lo tradisce: ‘déguelasse’. Poco budget, molto amore per il B-movie americano, sguardi in macchina, jump-cuts, l’euforizzante sensazione che tutto sta per ricominciare. Irripetibile, e forever young. “Fino all’ultimo respiro appartiene, per sua natura, al genere di film in cui tutto è permesso. Per di più Fino all’ultimo respiro era il genere di film in cui tutto era permesso, era nella sua natura. Qualsiasi cosa faccia la gente, tutto poteva essere inserito nel film. È proprio questa l’idea da cui ero partito. Pensavo: c’è già stato Bresson, è appena uscito Hiroshima, un certo tipo di cinema si è appena concluso, forse è finito, allora mettiamo il punto finale, facciamo vedere che tutto è permesso. Quello che volevo era partire da una storia convenzionale e rifare, ma diversamente, tutto il cinema che era già stato fatto”. (Jean-Luc Godard)