Monthly Archives:novembre 2021

I GIGANTI di Bonifacio Angius

In esclusiva solo

Lunedì 29 novembre: 17.30 – 19.15 – 21.00

e Martedì 30 novembre solo ore 21.00

 


TRAMA

Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Locarno 2021 e racconta la storia di un gruppo di vecchi amici, che decidono di rivedersi e riunirsi in una casa isolata, sita in una vallata remota della Sardegna. Qui la comitiva parla, beve, fa uso di droghe e si aggirano storditi tra le stanze ormai logorate dagli anni trascorsi. Sconfitti dalla loro stessa vita, questi uomini viaggiano tra i ricordi e si rifugiano nel passato, mentre il presente non ha per loro nessuna alternativa, nessuna strada da percorrere. L’unico modo per allontanarsi e fuggire dalla disperazione in cui vivono è l’abuso di droghe varie per perdere la lucidità e sentirsi forse vivi, senza quella dilaniante angoscia che giorno dopo giorno li divora. Il film è un carosello di generi della commedia umana di chi si ferma un attimo prima di varcare la porta d’uscita dalla vita, con una rabbia non sopita che li pervade, che non sempre riescono a tenere a bada. Il tempo rimane fuori, all’interno tutto è sospeso e ormai rimpianto. I giganti invidiano la giovinezza dei nani, anche perché la loro esperienza che potrebbe permettergli di guardare più lontano sembra solo funzionare all’indietro. Invece che spingerli oltre con lo sguardo, finiscono per insistere nel voltarsi verso un passato sempre più remoto. Alimentando in questo modo la loro sofferenza. C’è molto sentimento e poca ragione, fra le anime dannate del film di Angius, che realizza con I giganti il suo miglior film, torrenziale e inafferrabile, privo di un equilibrio normalizzatore che i suoi protagonisti ormai non inseguono neanche più. È tutto fuori asse, all’interno di quella casa, i pianeti non si allineano più e proprio come un orologio rotto che segna l’ora giusta almeno una volta al giorno, cercano di godersi una buona (ultima) volta quella illusoria serenità che potrebbe perfino rappresentare un idillio. Difficile non identificarsi in questa masnada variamente assortita di disgraziati con un cuore grande così. Sono amici, fratelli e nemici che alzano la voce, il gomito e una pista di coca, ma fanno parte della nostra vita, addirittura, forse, siamo noi visti allo specchio.


SCHEDA FILM

Titolo originale:  I giganti

Nazione:  Italia                                                 

Genere:   Drammatico             

Durata:     80′                                                                

Anno:       2021    

Regia:      Bonifacio Angius

Cast:        Bonifacio Angius, Stefano Deffenu, Michele Manca, Riccardo Bombagi, Stefano Manco, Francesca Niedda, Noemi Medas, Roberta Passaghe, Mila Angius

Produzione: Il Monello Film, Fondazione Sardegna Film Commission

Distribuzione:   Il Monello Film                                                                                               

Data di uscita: 21 ottobre 2021

QUI LA RASSEGNA STAMPA

DOVLATOV – I LIBRI INVISIBILI di Aleksey German Jr

 


TRAMA

Presentato con grande successo al Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2018, dove ha vinto l’Orso d’ Oro per il Miglior Contributo Artistico, narra la storia di Sergey Donatovic Dovlatov, scrittore e giornalista nella San Pietroburgo del 1971 destinato a diventare una delle figure più rappresentative della letteratura russa moderna. “Ci vuole coraggio per mantenersi integri quando non si è nessuno” si ripete Dovlatov dopo essersi licenziato dal giornale in cui sbarca il lunario, per il quale i suoi articoli sono sempre troppo cupi, pessimisti, avversi alle progressive sorti del socialismo. Sei giorni nella vita del brillante e ironico scrittore, autore che si è distinto per la capacità di vedere ben oltre i rigidi limiti della Russia Sovietica degli anni Settanta. Insieme all’amico e poeta Joseph Brodsky ha lottato per preservare il proprio talento e la propria integrità, in un contesto culturale e sociale dove i suoi amici e colleghi artisti venivano schiacciati dalla volontà inossidabile della macchina dello Stato. Un contesto che, sia lui, sia Brodsky, si sarebbero presto lasciati alle spalle per fuggire alla volta dell’America, perdendo però così tutto quello che possedevano. È un padre non sempre attento, sull’orlo del divorzio e amato dalle donne. La sua priorità, fin dagli 8 anni, è stata quello di diventare uno scrittore, eppure non riesce a scrivere un romanzo. La Russia che Aleksej German Jr. mette in scena si trova in una sorta di zona liminale dove è ancora tutto da decidere. Nonostante le censure ci sono ancora le eco del disgelo, repressione e fermento intellettuale e artistico convivono anche se molto poco pacificamente. Si tenta di procurarsi libri stranieri (Joyce, Nabokov, Steinbeck) in banconi illegali, che sono anche perfetti bersagli per il KBG (e Dovlatov si fingerà funzionario). In un cantiere navale trasformato in set in vista della realizzazione di un film per celebrare l’anniversario della nascita dell’Unione Sovietica, Dovlatov incontra attori/operai che interpretano i grandi poeti russi, i cui nomi sono spesso storpiati. Così l’arte, un tempo bandita e non ancora assimilata nel patrimonio culturale viene riabilitata per essere trasformata in strumento al servizio del potere e della politica.


SCHEDA FILM

Titolo originale:    Дона́тович

Nazione: Russia, Serbia, Polonia

Genere:   Drammatico      Durata:         126′

Anno:       2018     

Regia:     Aleksey German Jr.
Cast: Milan Maric, Danila Kozlovsky, Helena Sujecka, Svetlana Khodchenkova, Anton Shagin

Produzione: SAGa, Metrafilms, Message Film

Distribuzione:   Satine Film                  

Data di uscita: 4 novembre 2021

 

IL POTERE DEL CANE di Jane Campion

Leone d’argento per la miglior regia al 78°Festival di Venezia 


TRAMA

Tratto dal romanzo di Thomas Savage, il cui titolo si rifà ad un salmo biblico: “Salva l’anima dalla spada, salva il cuore dal potere del cane”. Il film presentato in concorso alla 78esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d’Argento alla regia, ci porta in un ranch del Montana, niente jazz o suffragette, ma bestiame e rudi mandriani. Più che ruggiti si sentono i latrati dei cani, i nitriti dei cavalli e i muggiti dei cavali. È il 1925. La natura è assai selvaggia e ostile. Ma pure tra i due fratelli George e Phil Burbank pare esserci qualche problema, non foss’altro perché sono completamente diversi tra loro: il primo è sovrappeso, formale e metodico, il secondo è carismatico, forte e feroce. Ma quando George decide di sposare una vedova con un figlio, gli equilibri tra questi due rischiano di spezzarsi per sempre. Un film di terra (il fango su Phil, le pelli vendute agli indiani), di demoni (Rose che beve di nascosto) dove Jane Campion cerca lo scarto con il romanzo, che è più esplicito nel mostrare la passione e la morte, ma al tempo stesso ne è così presa che non riesce a liberarsene. Non si spinge come ne I segreti di Brokeback Mountain, ma descrive dettagliatamente le repressioni e gli equilibri nei rapporti all’interno di questa famiglia variegata che cerca un’unità personale e di facciata. Nella sua Nuova Zelanda, la regista trova l’America rocciosa e occidentale della metà degli anni Venti, in una valle sterminata e deserta, in cui lo sguardo può spaziare a trencentosessanta gradi (bisogna avere qualcosa di speciale in esso per cogliere il profilo del cane con la mascella aperta nel grande massiccio che funge da fondale al palcoscenico del ranch e da finale di percorso). Agli interpreti principali, invece, tocca il compito di tenere insieme ed esprimere, col corpo prima che con le parole, la psicologia travagliata di tre personaggi tragicamente imprigionati in un ruolo, un’epoca, un genere; spettri che nascono dalla profondità della terra, esseri luciferini, i cui sguardi incendiati da fuochi interiori incapaci di tradursi in dialoghi e sfoghi verbali, sono filtrati da occhi brucianti, e gesti autodistruttivi.


SCHEDA DEL FILM

Titolo originale:     The power of the dog

Nazione:  Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda               

Genere:   Drammatico             

Durata:    125′                                                              

Anno:       2021    

Regia:      Jane Campion

Cast:        Benedict CumberbatchKirsten Dunst,  Jesse PlemonsGenevieve Lemon, Kodi Smit-McPhee, Ken Radley.

Produzione: See-Saw Films, Bad Girl Creek Productions, Max Films

Distribuzione:   Lucky Red, Netflix                                                                                Data di uscita: 18 novembre 2021 (cinema)

JAZZ NOIR – INDAGINE SULLA MISTERIOSA MORTE DEL LEGGENDARIO CHET di Rolf van Eijk

Lunedì 22 novembre : 17.00 – 19.00 – 21.00

Martedì 23 novembre: 19.00 – 21.00 (versione originale sottotitolata)


TRAMA

Il film, firmato dal regista olandese Rolf van Eijk, si apre sulla morte improvvisa dell’icona del jazz Chet Baker, precipitato dalla finestra di un albergo nella zona del quartiere a luci rosse di Amsterdam il 13 maggio 1988, e ripercorre i suoi ultimi giorni di vita. Una scomparsa prematura avvolta tutt’ora nel mistero: è caduto o è saltato? È stato un incidente o è stato spinto? La pellicola ricostruisce attentamente studi di registrazione degli anni ’80 e recupera tracce originali dalle ultime incisioni di Chet Baker. Un racconto dalle atmosfere noir che indaga il genio e la sregolatezza del grande jazzista, trombettista e cantante, tormentato dalla tossicodipendenza. Uno dei più grandi musicisti jazz della storia, autore di brani indimenticabili come “My Funny Valentine”, “I Fall in Love Too Easily”, “It’s Always You” e mille altri ancora, protagonista di una vita sregolata e tormentata, vissuto a lungo in Italia, oltre che negli Stati Uniti. Cosa sia accaduto esattamente la sera della sua morte, non è mai stato chiarito: la versione più accreditata è quella di un tragico incidente, avvenuto in seguito all’assunzione di sostanze stupefacenti, ma né il suicidio né altre ragioni più oscure furono mai davvero escluse. Una targa posta a memoria all’esterno dell’albergo recita: «Il blues pervade tutti noi. Noi abbiamo bisogno del blues, perché quando sei stanco del blues non hai più niente su cui contare». Gino Castaldo, su Repubblica descrive così l’indagare di van Eijk: “Il protagonista Steve Wall (frontman delle band The Walls and The Stunning) si immedesima a perfezione e a fondo nel difficilissimo compito di interpretare gli ultimi disperati e desolanti giorni di vita di Chet, è credibile e finge benissimo di suonare le note che ascoltiamo e che sono, grazie al cielo, quelle autentiche del trombettista scomparso, note magnifiche, essenziali, senza la minima sbavatura…il racconto di una discesa a precipizio che fa venir voglia di andare a completare il racconto, cercando nel passato l’antica gloria, quando fu idolatrato dal mondo del jazz, nel pieno degli anni ’50, per il suo fraseggio elegante e misurato”.


SCHEDA FILM

Titolo originale:     My foolish heart – Jazz Noir

Nazione:  Paesi Bassi                                      

Genere:   Biografico                        

Durata:    87′                                                                

Anno:       2018   

Regia:       Rolf van Eijk

Cast:        Gijs Naber, Steve Wall, Raymond Thiry, Arjan Ederveen, Lynsey Beauchamp, Paloma Aguilera Valdebenito, Medina Schuurman

Produzione: Pieter Kuijpers, Iris Otten, Sander van Meurs

Distribuzione:   Wanted                                                                                                                             

Data di uscita: 22 novembre 2021